TRATTURO MAGNO

Il percorso

dislivello positivo m. 791 - dislivello negativo m. 790
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L'appuntamento per il "Tratturo Magno" con Gianni Alcini e gli amici del Ciclo Escursionismo Abruzzo era fissato a San Demetrio nè Vestini. Arrivo in macchina fino a Poggio Picenze e proseguo con la bici prendendo la strada asfaltata che porta a S. Demetrio. Si parte alle nove dirigendosi verso il Lago Sinizzo con una comoda strada asfaltata. Dopo una sosta intorno al lago si prosegue per una carrareccia che sale verso la Piana di Navelli e il sito archeologico di Peltuinum, un'antica città italica dei Vestini (monumento nazionale dal 1902). Il "Tratturo Magno" costituiva un facile collegamento dall'Abruzzo al Tavoliere della Puglia. Peltuinum fu anche un importante insediamento romano che utilizzava la favorevole posizione che tramite la via Claudia Nova collegava l'antica città con la Sabina e con Roma. Il terremoto del 443 d.c. segnò un lento declino della città romana. La popolazione iniziò ad abbandonare la città, anche a causa delle guerre che segnavano sempre di più la debolezza dell’Impero. In questo clima di incertezza la comunità si spostò verso zone più difendibili, che andranno a costituire poi i borghi ancora oggi visibili sulle alture intorno alla Piana di Navelli, dando vita al fenomeno dell'incastellamento. Sono zone, queste, che non hanno mai avuto periodi floridi, che hanno plasmato il carattere "forte e gentile" degli abruzzesi, ma che nell'ultimo secolo ha subito lo spopolamento che ha colpito tutto il territorio appenninico.
I resti delle antichità romane, costituite da un sepolcro monumentale, un tempio e alcune cisterne, dopo l'abbandono di Peltuinum da parte della popolazione, hanno subìto una incessante opera di spoliazione. L'importanza e la grandezza di Peltuinum, oggi, si può solo immaginare.
Dopo una breve sosta si prosegue lungo il tracciato di ciò che resta del "Tratturo Magno". Ci fermiamo poco più avanti per scorgere al di là di una recinzione i resti del teatro romano.
Percorrendo alcuni sentieri lungo la piana di Navelli, di cui rimangono soltanto poche tracce, arriviamo alla strada che ci porta a Bominaco, uno degli insediamenti nati dall'incastellamento durante il medioevo.
A Bominaco si trova uno dei gioielli "nascosti" dell'Abruzzo: il Monastero Benedettino appartenente all'Abazia di Farfa. Nel 1423 il monastero ha subìto il saccheggio da parte del capitano di ventura Fortebraccio da Montone. Del monastero rimane, oggi, l'Oratorio di San Pellegrino e la chiesa di S. Maria Assunta. Un luogo che negli ultimi tempi è stato scoperto anche dal turismo di massa e che è visitabile grazie ad alcuni volontari che vivono nel borgo. Non ci sono orari prefissati, è sufficiente chiamare al numero di telefono affisso all'ingresso. Sulla collina sovrastante è ubicato il castello di Bominaco raggiungibile tramite un ripido sentiero, non percorribile con le bici.
Dopo una sosta a Bominaco si prosegue verso la Valle dell'Aterno. Superato Fagnano Alta raggiungiamo il Ponte Romano di Campana, risalente al periodo dell'imperatore Claudio. Uno dei pochi rimasti dei 43 ponti realizzati lungo l'Aterno.
Pedalando sui sentieri che costeggiano il fiume, oltrepassata Villa S. Angelo, si ritorna a S. Demetrio, con una strada asfaltata in leggera salita. Lasciata S. Demetrio nè Vestino rientro a Poggio Picenze dopo aver percorso circa 50 chilometri, con un dislivello complessivo di 790 metri.

13/04/2024